Nella mitologia giapponese, i gioielli della marea-- individualmente, il kanju (干珠?, illuminato. '(tide-)ebing gioiello') e manju (満珠?, illuminato. '(tide-)flowing jewel')-- erano gemme magiche che il Dio di mare usava per controllare le maree. I testi classici della storia giapponese registrano un antico mito secondo cui l'oceano kami Watatsumi 海神 'si dio' o Ryūjin 龍神 'dragone dio' presentò il kanju e manju al suo demigod figlio-in-legge Hoori, e una successiva leggenda secondo cui Empress Jingū usò i gioielli della marea per conquistare la Corea. La favola di Tamatori-hime 玉取姫 'Principessa Jewel Taker', che era un soggetto ukiyo-e preferito di Utagawa Kuniyoshi, è un variati

Nella mitologia giapponese, i gioielli della marea-- individualmente, il kanju (干珠?, illuminato. '(tide-)ebing gioiello') e manju (満珠?, illuminato. '(tide-)flowing jewel')-- erano gemme magiche che il Dio di mare usava per controllare le maree. I testi classici della storia giapponese registrano un antico mito secondo cui l'oceano kami Watatsumi 海神 'si dio' o Ryūjin 龍神 'dragone dio' presentò il kanju e manju al suo demigod figlio-in-legge Hoori, e una successiva leggenda secondo cui Empress Jingū usò i gioielli della marea per conquistare la Corea. La favola di Tamatori-hime 玉取姫 'Principessa Jewel Taker', che era un soggetto ukiyo-e preferito di Utagawa Kuniyoshi, è un variati Foto Stock
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29 novembre 2012

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