Casula. 1275-1400. Tabriz. Seta, ad armatura saia con intrecci di legame secondario orditi e gilt-animale-substrato-avvolto di seta rivolta complementare trame; pila supplementare orditi di taglio formante annullato il velluto; refilato con gilt-metallo-strip-avvolto di seta, bobina di nastro realizzato; foderato con seta, ad armatura a tela questa casula, una chiesa occidentale vestimenti indossati dai vescovi e sacerdoti durante la Messa, è fatta di velluto rosso modellato con file sfalsate di dischi d'oro e è un primo esempio di scambio culturale tra il Medio Oriente e l'Occidente. Esso è uno dei circa trenta pezzi superstiti con questo modello, la maggior parte

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Chasuble. 1275–1400. Tabriz. Silk, plain weave with twill interlacings of secondary binding warps and gilt-animal-substrate-wrapped silk supplementary facing wefts; supplementary pile warps forming cut voided velvet; edged with gilt-metal-strip-wrapped silk, bobbin-made tape; lined with silk, plain weave This chasuble, a Western church vestment worn by bishops and priests during Mass, is made from red velvet patterned with staggered rows of gold disks and is a prime example of cultural exchange between the Middle East and the West. It is one of about 30 surviving pieces with this pattern, most of which are fragments. Papal and Italian church inventories establish that such fabrics were woven in the late 13th and 14th centuries. Long associated with Spain or Italy, this fabric has more recently been attributed to the eastern Islamic world, specifically Tabriz in northwestern Iran. The attribution is based on technical characteristics, inventory descriptions, and Tabriz’s fame as a center for luxury textiles.